Trama
Mona, sessantenne e madre single, vive col figlio trentenne Joël in un piccolo appartamento di periferia, tra ritmi abitudinari e silenzi collaudati. Joël ha un lieve ritardo mentale e lavora in un centro che assiste i disabili, dove conduce una routine rassicurante, fatta di piccoli gesti e rapporti semplici. Quando un giorno confessa alla madre di essere innamorato della sua collega Océane – anche lei con disabilità – e che la ragazza è rimasta incinta, Mona non sa come comportarsi.
Perché è un film Medicinema
Riesce a non essere mai retorico o ricattatorio questo importante lungometraggio francese che mostra ancora una volta l’incredibile talento di Laure Calamy, attrice chiamata a interpretare un ruolo davvero non semplice. La scoperta della futura paternità del figlio incrina il loro legame simbiotico e costringe Mona a fare i conti con la propria identità, il desiderio di autonomia e la paura di restare sola. La scelta da compiere mette a dura prova il rapporto madre-figlio, sollevando interrogativi su affetto, dovere e libertà.
Ci sono tantissimi spunti di riflessione all’interno di questa pellicola estremamente attuale, urgente e capace di parlare a più generazioni di spettatori. Da non perdere.