Sono stata ricoverata all’Ospedale Gemelli durante il mese di febbraio 2017 e il primo giorno di ricovero, un martedì, l’infermiere che compilava la mia scheda mi ha chiesto se nel pomeriggio volevo andare al cinema. All’inizio ero perplessa, poi mi sono detta che, dovendo essere operata il giorno dopo, passare due ore in una sala cinematografica sicuramente mi avrebbe aiutato a superare il tempo dell’attesa.

Così mi sono prenotata e all’ora prevista due giovani studenti/medici sono passati nel reparto per accompagnare me e gli altri ricoverati. Già nell’andare insieme verso la sala si percepiva la gioia dell’attesa dell’evento tra i pazienti. Sono rimasta poi sorpresa dall’allestimento del posto: una sala cinematografica a tutti gli effetti, migliore anche di alcune che mi capita di frequentare a Roma.

Ma l’esperienza che mi ha colpito di più è stata quella umana. Nella sala erano presenti pazienti, alcuni anche nel loro letto o in carrozzella, medici, infermieri, volontari: insomma un’intera comunità che in quel momento non condivideva il dolore e la sofferenza della malattia propri naturalmente di un’ospedale, ma un momento diverso in cui le immagini, la musica, i dialoghi riuscivano a portarti in un’altra dimensione. Durante la proiezione grande è stata la sollecitudine degli infermieri presenti nei confronti dei pazienti e ascoltare le risate di un ragazzo accanto a me è stato un sollievo per la mia anima.

Alla fine della proiezione, tornando nei reparti, con i pazienti che avevano condiviso lo spettacolo ci siamo scambiati le opinioni sul film come se ci conoscessimo già da tempo e ci siamo detti come sia importante, anche quando si diventa adulti e in momenti non facili come quelli della malattia, mantenere uno spirito “bambino”. Quello che ti permette di immaginare, fantasticare, sognare.

Ho saputo poi che il giovedì pomeriggio vengono proiettati film per i bambini ricoverati e penso che per loro, visto l’effetto che ha avuto su di me, si tratti di una vera e propria medicina.

Ringrazio quindi tutte le persone che hanno ideato e realizzato questa iniziativa e hanno consentito a me e a tutti gli altri pazienti, e in particolare ai bambini, di trascorrere in modo più sereno la permanenza al Policlinico Gemelli.